10 Ottobre, Giornata Mondiale contro la Pena di Morte. Essere o non essere, Vivere o morire, perdonare o uccidere.

giornata mondiale contro la pena di morte

Oggi, Giornata Mondiale contro la Pena di Morte, è il momento giusto per riflettere su quanto sia giusto o sbagliato per un essere umano – e, come tale, imperfetto – decidere per la vita e la morte di un altro essere umano. Un tema non solo politico ma anche e, soprattutto, etico, che divide ancora le masse.

 

Oggi ricorre la Giornata Mondiale contro la Pena di Morte, come il 10 ottobre di ogni anno. La giustizia può indovinare e può sbagliare, dividere o unire. Mentre la storia è in continua evoluzione. Ad ogni modo, ogni anno in questo giorno attivisti e associazioni si mobilitano per celebrare questa giornata.

 

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE. GIUSTIZIA O CONDANNA?

 

10 Ottobre, Giornata Mondiale contro la Pena di Morte. Essere o non essere, Vivere o morire, perdonare o uccidere.

 

L’amletico dilemma che contraddistingue la Giornata Mondiale contro la Pena di Morte ma anche l’evoluzione e la cultura degli uomini, dei popoli e della loro storia, caratterizza e divide ancora i tempi moderni.

E’ forse più inumano condannare a morte uomini che hanno commesso reati delittuosi gravi o è più umano condannarli a carcere a vita, quando a volte la morte può essere la fine delle proprie sofferenze.

Essere responsabili di un giudizio che sentenzia una condanna a morte evoca errori storici di una giustizia malata, spesso strumento di vendette a volte incapace di emettere una giusta sentenza.

Dobbiamo difendere Caino che ha ucciso il povero, ingenuo ed indifeso Abele oppure dobbiamo pagare con la stessa moneta in ciò che date a Cesare ciò che è di Cesare.

 

LA COSCIENZA REGOLATRICE

 

giornata mondiale contro la pena di morte

 

Ovviamente, siamo contro l’applicazione della teoria del Lombroso che potrebbe portare ad una apparente soluzione prodromica del problema, se questa non generasse una  discriminazione ridicola ed anche inefficace nella prevenzione.

Le leggi che regolano una società rappresentano la civiltà e la cultura di un popolo credente che alla violenza va corrisposta l’arma non del perdono ma della giusta sanzione.

Decidere che un uomo debba morire per i reati commessi non appartiene alla nostra coscienza della cultura cristiana ed umana, padrona della nostra esistenza e regolatrice della nostra vita.

La vita non può appartenere a nessuno, neanche a noi stessi: ne siamo solamente custodi.

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