Nuovo grande successo del cinema nostrano con il candidato italiano agli Oscar 2024: Matteo Garrone, regista e sceneggiatore del film Io Capitano, un’odissea contemporanea sull’emigrazione e sulla speranza. Il film è stato presentato all’ultima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Io Capitano è già un film internazionale, una storia epica ed attuale che racconta il viaggio di due eroi contemporanei. Il regista romano si mette ancora una volta a servizio della verità con un controcampo sulla parte sconosciuta del viaggio, quella che dà voce a chi di solito non ce l’ha. Alcune storie montate insieme danno vita ad un unico film popolare che arriva dritto al cuore, raccontandoci l’avventura di due sognatori e delle peripezie che si affrontano in un viaggio intercontinentale. Ma scopriamo chi è Matteo Garrone, candidato italiano agli Oscar 2024.
IL CANDITATO ITALIANO AGLI OSCAR 2024 E’ FIGLIO D’ARTE MA NON NASCE REGISTA
Nato a Roma, classe 68’, Matteo Garrone è figlio di un critico teatrale ma il suo interesse volge prima di tutto all’arte. Completato il liceo artistico, Garrone si dedica completamente alla carriera di pittore. Questa passione risulterà evidente nelle opere del regista, che da dietro la macchina da presa, tiene particolarmente alla rappresentazione del reale, del vero e dell’animo umano che si cela dietro al mero fatto.
Matteo Garrone, così come ci racconta in un’intervista rilasciata per il film Io Capitano, ama lasciare spazio all’interpretazione e dunque agli attori, talvolta non fornendo una sceneggiatura ben precisa. Per fare questo il regista lavora alla creazione di un team che si basa su rapporti di fiducia reciproca, convocando spesso gli stessi attori o collaboratori. La ricerca del vero e dell’emozione è il motore delle pellicole di Garrone, spesso legate a racconti di cronaca e vicende di vita suburbane.
IL PRIMO SUCCESSO CON TERRA DI MEZZO
Il candidato italiano agli Oscar 2024 è già esperto nel raccontare storie: il suo primo successo è il lungometraggio Terra di Mezzo, uscito nel 1996. Il film contiene tre racconti di immigrazione ambientati nel contesto romano, fra i quali il già premiato Shilouette, con il quale si guadagna la vittoria al Festival Sacher, organizzato dal regista Nanni Moretti.
Da subito il regista dimostra una particolare sensibilità nel narrare le retrospettive di realtà più difficili, caratterizzandosi per uno stile quasi documentaristico. I temi sociali sono al centro del suo interesse. Matteo Garrone pone l’attenzione sulla luce interiore di ciascun personaggio, soffermandosi su atteggiamenti e sguardi.
IL RACCONTO DEI RACCONTI E PINOCCHIO, ESPLORAZIONE DI UN CINEMA FANTASTICO
Con Pinocchio e Il Racconto dei Racconti, Matteo Garrone esplora un altro tipo di cinema, quello del fantastico e del fiabesco, avvolgendo le sue storia in un’atmosfera quasi onirica.
Il racconto dei racconti, 2015, è un film a episodi che si ispira alle storie che venivano raccontate alla corte napoletana nel 17esimo secolo per intrattenere il pubblico di corte ed è il primo esperimento di Garrone in lingua inglese; il candidato al premio Oscar 2024 non è dunque nuovo al contesto internazionale.
Nel Pinocchio di Matteo Garrone, datato 2019, Roberto Benigni ottiene il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista per l’interpretazione di Geppetto, personaggio che il regista ha volutamente posto al centro della narrazione, riconfermando l’intenzione di dare voce ai personaggi secondari delle storie.
MATTEO GARRONE, CANDIDATO ITALIANO AGLI OSCAR 2024: UN REGISTA VISCERALE
Ma per cosa è veramente conosciuto Matteo Garrone? L’unicità del regista romano si afferma con il successo di Gomorra, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano. Ancora una volta il regista ci mostra una realtà suburbana non sempre visibile, quella dove crescono le radici di un ambiente mafioso. La rappresentazione cruda e terrena dell’opera di Garrone si discosta dalle classiche pellicole di denuncia sul tema della mafia, dando vita al ritratto secco e viscerale di un contesto degradato.
MATTEO GARRONE E’ IL REGISTA DI DOGMAN
Dogman, da non confondere con il nuovo film in uscita di Luc Besson, è stato l’ultimo grande successo di Matteo Garrone prima di Io Capitano. Uscito nel 2018, racconta un terribile fatto di cronaca legato ad un brutale omicidio.
Matteo Garrone mette in scena la vendetta di un vinto, Davide contro Golia. I dettagli scabrosi vengono messi da parte a favore di una storia profondamente cupa ed emotivamente tosta da digerire, dal fascino neorealista.
Dare voce ai personaggi minori si riconferma l’obiettivo del candidato italiano al premio Oscar 2024 Matteo Garrone: scovarne le emozioni e scoprirne l’anima. Il regista spesso si mette in prima persona dietro la macchina da presa, alla ricerca della storia più invisibile a occhio nudo.
3 CURIOSITA’ SU MATTEO GARRONE, CANDIDATO ITALIANO AL PREMIO OSCAR 2024
Il regista di Io Capitano, oltre ad essere stato un pittore, era anche molto abile negli sport ed eccelleva nel tennis; dovette però rinunciare a questa passione a seguito di un incidente.
Matteo Garrone ama stare dietro la macchina da presa ma non davanti: in un’intervista con Alessandro Cattelan rivela l’imbarazzo nel doversi confrontare con la TV, restando pur consapevole dell’importanza che ha il lavoro di diffusione e lancio dopo il successo di un film.
Il regista romano è partito dal basso: pur essendo figlio d’arte e vivendo una vita agiata, Matteo Garrone comincia la sua carriera come aiuto-operatore accanto al direttore della fotografia Marco Onorato, esperienza che gli permette di scoprire i segreti della settima arte.