Auto cinesi: la rivoluzione nel mondo automobilistico e i cambiamenti generati dalla guerra

auto cinesi

Per noi, che abbiamo la bandiera del cavallino appesa dietro la testiera del letto, sentire parlare di auto cinesi ci fa storcere un po’ il naso. Lamborghini, Maserati, Ferrari, Fiat, Alfa Romeo, Lancia. Cosa c’entra la Cina? Il mondo dei motori sta cambiando e le auto cinesi sono ormai una realtà emergente all’interno del mercato quattro ruote.

 

Le cause che stanno facendo emergere il mercato automobilistico cinese sono molteplici. La recente guerra ed altri aspetti globali hanno dato una spinta, o meglio uno spintone, alla vendita di auto cinesi.

 

AUTO CINESI: UN PARALLELO CON I LORO NEGOZI DI CASALINGHI

 

La busta paga è sempre la stessa ed il costo della vita sale alle stelle. Va bene che tutto cambia e niente resta uguale, ma non è populismo dire che il portafoglio medio è quasi sempre vuoto. La nostra necessità di acquisto però è invariata, quindi come riempire i carrelli senza toccare la tredicesima? Il negozio cinese mette un cerotto ad una grossa fetta dei nostri bisogni.

Perché sempre più persone sono diventate loro clienti? Perché dentro a quei loro grandi magazzini ci sono sempre quattro casse aperte? Quei giganteschi bazar hanno pressi bassi, ogni fila è interminabile e stipata di qualsiasi tipo di prodotto e soprattutto sono sempre aperti. Se per Ferragosto sei rimasto senza infradito, sai dove andare. Il cinese ha il pregio di farsi sempre trovare pronto, di vendere copie ad un prezzo molto più basso dell’originale, di lavorare anche quando compie gli anni. Rispettano queste tre semplici regole, dispensano sorrisi ed inchini e lenti ma inesorabili s’impossessano del mercato.

Questo sta succedendo anche con le automobili. Siamo davanti ad una vera rivoluzione: quella delle auto cinesi. La produzione della gran parte delle auto cinesi è ad impatto zero, verso un pianeta più pulito e meno inquinato. Almeno questo è quello che pubblicizzano. Quello che è certo con loro non è mai la qualità, ma la quantità abbinata alla capacità di venirne sempre fuori puliti. Nel 2020 sono stati l’epicentro della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, ma loro si sono magicamente rialzati prima di chiunque altro.

Hanno lasciato senza parole chi sperava fosse la volta buona per inghiottirli. Io sono di Prato e ammetto che per molti dei miei concittadini non ho tutta questa simpatia, ma stimo la loro tenacia e perseveranza. Che sia uno scaffale da riempire o un’auto da progettare, la loro abnegazione volta al profitto è da prendere ad esempio.

 

RUSSIA E CINA: UNA COLLABORAZIONE MAI INTERROTTA

 

La recente guerra fra Russia ed Ucraina avrebbe dovuto danneggiare il mercato russo a causa delle sanzioni emanate da parte di Europa e Stati Uniti. Gli alleati pensavano che limitando il mercato russo, avrebbero messo in ginocchio la Grande Madre. Si auspicavano che in tempi brevi sarebbero stati costretti a fare retromarcia. La Russia adesso è costretta a pagare dazi altissimi per importare auto europee ed americane, ma non si è messa a piangere.

La Russia non è rimasta seduta sul fiume sperando di vedere passare il cadavere del nemico. Ha cercato una maggiore collaborazione con la vicina Cina. Le due superpotenze non hanno assolutamente interrotto le loro relazioni economiche, anzi. La decisione è stata semplice. La Russia ha cambiato frequenza. Adesso acquista principalmente auto cinesi. È passata da preda a predatrice. Negli ultimi sei mesi post-guerra, le importazioni di auto cinesi sono cresciute sensibilmente: Mosca ne ha acquistato l’80%. I numeri sono destinati ancora a crescere, il legame fraterno Russia-Cina anche.

La produzione cinese va avanti a gonfie vele e le loro esportazioni stanno raggiungendo numeri impressionanti. In questo 2023 in Cina sono state vendute circa 27 milioni di auto nuove, mentre nell’intera Europa 11 milioni. Questo fa capire che anche le loro vendite nazionali stanno sbancando. I cinesi amano la Cina e questo loro patriottismo li ha sempre aiutati storicamente in ogni momento buio.

 

AUTO CINESI: OFFERTA STERMINATA 

 

In Cina ci sono indicativamente 170 marchi diversi. Nei prossimi 5 anni le aziende automobilistiche sono previste arrivare a 200. Alcune non hanno dimensioni molto vaste, ma ve ne sono diverse di proporzioni e fatturati mastodontici. Ogni casa automobilistica, a sua volta, produce un numero altissimo di modelli. Utilitarie, suv, jeep, station wagon, sportive, minivan, camper, mezzi per il lavoro, motociclette. L’offerta è infinita, confonde come un loro negozio di casalinghi dove trovi appesi 120 diversi tipi di mestoli.

Le loro auto hanno colori accattivanti, accessori simpatici, interni mutevoli in base al mese d’uscita, continui restyling e cambi di modello. La grande quantità spesso non va di passo con la qualità; infatti, molti giornali di settore non elogiano le prestazioni di questi veicoli. La Cina non è Maranello, almeno questo lasciatecelo dire. Nonostante questo, è ormai inevitabile aspettarsi una prossima invasione massiccia di auto cinesi nella vecchia Europa.

Si stanno specializzando nel lavoro che gli riesce meglio: copiare. Per essere educati, limitiamoci a dire che i loro disegnatori stanno prendendo forti spunti dal design delle vetture che stiamo guidando in questi giorni. I primi modellini cinesi obiettivamente ricordano le autovetture che ci vedono al volante adesso. Il loro gioco più riuscito è da sempre quello del Gatto e la Volpe, quello di farci sognare che possiamo ottenere quello che vogliamo con il minimo sforzo.

Sognate un Range Rover come quello che avete visto al centravanti della vostra squadra, ma non potete averlo? Nessun problema un ingegnere cinese della casa automobilistica Chery, ha disegnato la Tiggo 9: un Suv crossover che potrebbe realizzare il vostro desiderio senza mandarvi al lastrico. Pensate ad un’auto che vi piace. Loro ne hanno già prodotto un clone a prezzo dimezzato.

Questa rivoluzione nel mondo automobilistico è ormai già in movimento, la clessidra è stata capovolta e adesso tocca a noi decidere se iniziare a tifare per il nostro stivale.

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