Così il regista di origini italiane risponde all’appello del Papa rivolto agli artisti: il film di Scorsese su Gesù avrà l’obiettivo di eliminare la negatività associata alla religione organizzata.
Voi artisti potete aiutarci a lasciare spazio allo Spirito. Quando vediamo l’opera dello Spirito, che è creare l’armonia delle differenze, non annientarle, non uniformarle, ma armonizzarle, allora capiamo cosa sia la bellezza. La bellezza è quell’ opera dello Spirito che crea armonia, il vostro genio percorra questa via!
Papa Francesco Bergoglio si è rivolto direttamente agli artisti, durante la conferenza stampa tenutasi sotto la volta della Cappella Sistina in occasione del 50° anniversario dell’ inaugurazione della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani. L’appello va a pittori, scultori, scrittori e registi, i quali vengono esortati a trasmettere la bellezza e il messaggio di Dio seguendo il principio dell’ armonia e cacciando via l’uniformità. L’arte deve svegliare le coscienze e uccidere l’individualismo e l’indifferenza. Il regista di Killers of the Flower Moon risponde nell’unico modo che conosce, immaginando e scrivendo un copione. La sceneggiatura per il film di Scorsese su Gesù è già pronta, direttamente dal regista arrivano le prime informazioni sul nuovo progetto.
GLI INCONTRI CON PAPA BERGOGLIO: MARTIN SCORSESE VOLEVA FARE IL PRETE
Lo ha dichiarato più volte nelle interviste, Martin Scorsese studiò per diventare prete, per poi scegliere di dedicarsi ad una carriera artistica nel mondo cinema. Scorsese è cresciuto secondo principi fortemente cattolici, e la risposta all’ appello rivolto gli artisti, non è di certo stata l’ unica occasione del regista per rapportarsi con il Papa Bergoglio. I due hanno infatti dialogato più volte, confrontandosi su temi quali la fede, la famiglia, il lavoro. Spinti dalla comune passione per Dostoevskij, citato diverse volte dal Pontefice durante le catechesi, il Papa e il regista si vedono per la prima volta durante l’Augustinianum nel 2018. A seguire una serie di incontri nel 2019, 2021 e 2023, incontri che gettano la base per un rapporto confidenziale che culmina nel Gennaio di quest’anno durante l’udienza generale in Vaticano, all’ interno dell’aula Paolo VI. Il sottosegretario del Dicastero per la Cultura e per l’educazione Antonio Spadaro commenta su X:
Due uomini di genio ed esperienza per i quali la figura di Gesù ha un fascino e un valore straordinari.
LA RELIGIONE HA SCANDITO LA MIA VITA: IL FILM DI SCORSESE SU GESÙ TESTIMONIA LO SPECIALE RAPPORTO DEL REGISTA CON LA FEDE
Come può la fede aiutare uomini e donne del nostro tempo, nelle esperienze talvolta fallimentari e dolorose della vita? Come vivere bene quando si fa esperienza della crudeltà?
Martin Scorsese ha un legame forte con la religione e pone questi quesiti a se stesso e al Papa. La spiritualità, latente o meno, è sempre presente nei film del regista, che la pone in un’ottica duplice: da una parte c’è la fiducia nella cultura cattolica e nel cristianesimo, che è scelta morale e ricerca di Dio, dall’ altra il dubbio e il conflitto tra fede e ragione. Come può Dio essere presente in un mondo straziato da guerre?
Il regista, alla veneranda età di 81 anni, non smette di interrogarsi, nonostante la ferrea educazione cattolica ricevuta fin da bambino. L’incontro con i sacerdoti durante il seminario a cui lo indirizzarono i genitori, contribuì fortemente alla sua formazione, che si riversa nei suoi capolavori. I protagonisti dei suoi film, infatti, anche quando si tratta di criminali, sono caratterizzati da un personale legame con la fede.
Suscitò polemiche l’adattamento del 1988 del libro di Nikos Kazantzakis, L’ultima tentazione di Cristo. La pellicola omonima di Martin Scorsese mostra infatti un Gesù pieno di dubbi, che si interroga, interpretato da Willem Dafoe. La figura fu considerata blasfema.
SPOILER: IL FILM DI SCORSESE SU GESÙ NON DURA QUATTRO ORE
Tratto dal romanzo A life of Jesus dell’autore giapponese Shusaku Endo, pubblicato del 1973, il nuovo film di Scorsese su Gesù avrà una durata di soli ottanta minuti, senz’altro di gran lunga inferiore rispetto a quello a cui siamo abituati. L’ultimo lavoro del regista, presentato al Festival del Cinema di Cannes nel 2023, conta infatti una durata di ben tre ore e ventisei minuti. Stiamo parlando dell’ applaudito Killers of The flower Moon, il quale si è aggiudicato nove candidature agli Oscar 2024, che vedremo a marzo.
Per la seconda volta il regista di origini italiane crea una sceneggiatura adattandosi ad un romanzo di Endo, ricordiamo infatti il successo di Silence, tratto dall’ omonimo romanzo dell’ autore, con Adam Driver e Andrew Garfield nei panni di due gesuiti in Giappone.
IL FILM DI SCORSESE SU GESÙ: NON LA STORIA CHE TUTTI CONOSCIAMO
Di film su Gesù ne sono stati scritti tanti, dai più classici, al crudo The Passion of Christ di Mel Gibson, ambientato, lo ricordiamo, fra i celebri sassi di Matera, fino ad arrivare al musical Jesus Christ Superstar. Martin Scorsese però, con Vita di Gesù, decide di mettere in scena un qualcosa di diverso: il romanzo di Endo dal quale la pellicola sarà tratta, racconta la vita di Cristo attraverso lo sguardo del popolo giapponese, facendo una riflessione sulla fede e sulla grazia.
Il regista dunque decide di ambientare il film al presente ma rendendo comunque la storia universale, sarà un film senza tempo, scritto dal genio di Scorsese insieme a Kent Jones, con il quale ha già collaborato in passato. Il film si propone di esplorare i principi della predicazione di Gesù ma senza fare proseliti, in un momento storico in cui la parola religione crea spesso indignazione.
Sto cercando di trovare un nuovo modo per renderlo più accessibile e togliere il fardello negativo di ciò che è stato associato alla religione organizzata.
Sono le parole del regista, che aggiunge inoltre una considerazione sul messaggio originale di Gesù, invitando ad una riflessione che oggi viene spesso scartata a priori.