25 anni fa ci lasciava Stanley Kubrick, genio eclettico della settima arte ma non solo, perché dietro la macchina da presa c’è stato molto più di un regista.
Una macchina fotografica e una scacchiera. Sono i primi due regali che Stanley Kubrick riceve, rispettivamente dal papà e dalla mamma, sono lo spunto di un’artista visionario. La passione per la fotografia che lo porta a creare film, l’hobby degli scacchi che lo conduce all’ossessione per le figure geometriche, la simmetria e l’attenzione ai dettagli. In Stanley Kubrick si fondono due anime, il regista maniacale e la personalità comprensiva, aperta al dialogo. 25 anni fa moriva Stanley Kubrick, ma il patrimonio che ci ha lasciato è perpetuo.
25 ANNI FA MORIVA STANLEY KUBRICK, I MESTOLI DELLA MAMMA E L’OSSESSIONE PER LA SIMMETRIA
Ho iniziato semplicemente procurandomi una macchina fotografica e imparando a scattare foto, e se riesci a sviluppare una sorta di approccio generalizzato alla risoluzione dei problemi, è sorprendente come ti aiuti in qualsiasi cosa
Stanley Kubrick è stato ed è tuttora uno dei più grandi cineasti mai esistiti, l’attenzione al dettaglio che lo contraddistingue non nasce dal nulla. Kubrick, infatti, prima di essere regista, era un fotografo, talmente maniaco da non essere quasi mai soddisfatto. La prima fotografia che fece pubblicare, e che gli permise poi di lavorare, ritraeva un edicolante rattristato a seguito della morte di F. Roosevelt. Ciò che a primo impatto si nota quando si guarda un film di Kubrick, è la perfezione nell’uso geometrico, nella simmetria e nella ripetizione, che sembra aver preso dalla mamma. Il modo in cui la signora Kubrick appendeva i mestoli della cucina, in maniera per niente casuale, sembra aver stimolato a tal punto l’occhio del regista, tanto da rendere la simmetria un suo tratto distintivo.
L’ESPERIENZA UMANA AL CENTRO DELLE STORIE DI KUBRICK
25 anni fa moriva Stanley Kubrick ma c’è un motivo se questo regista ha influenzato notevolmente il mondo moderno, non solo a livello artistico ma anche umano. La produzione di Stanley Kubrick conta un totale di 13 film, storie enigmatiche che mettono al centro l’esperienza umana. Stanley Kubrick induce lo spettatore a guardarsi dentro, esplorando temi universali in modo mai scontato. Dalla disumanizzazione della guerra con Orizzonti di gloria, al godimento per la violenza nel personaggio di Alex DeLarge nell’iconico Arancia Meccanica.
Qual è il confine tra il bene e male? Fino a dove si spinge la gelosia umana? In Eyes Wide Shut entriamo direttamente nella mente dei protagonisti, ai quali Kubrick ci avvicina con l’uso abile del montaggio interno, permettendoci di entrare nella loro psiche.
Stanley Kubrick ricerca la verità e si pone domande esistenziali, creando storie senza tempo come il colossal 2001 Odissea nello spazio, che fece guadagnare al regista un Oscar per gli effetti speciali nel 1969. Lasciando spazio alla libera interpretazione, Kubrick dà una svolta alla narrativa contemporanea, lasciando un segno indelebile nei suoi successori e nell’immaginario comune.
25 ANNI FA MORIVA STANLEY KUBRICK, OGGI RISCOPRIAMO L’IMPORTANZA DELLA RESA VISIVA NEI SUOI FILM
Le persone non reagiscono alle astrazioni, reagiscono solo all’esperienza diretta. Puoi prendere un oggetto inanimato, come una stella, un mondo, o anche una galassia, e trasformarlo in una cosa che sembra quasi viva
L’uso sapiente della macchina da presa e dell’illuminazione nei lavori di Stanley Kubrick, ne testimonia la cura che il regista ha voluto dare alla resa visiva. Scenografie e costumi sono parte integrante del processo creativo e fondamentali per il risultato finale. L’uso maniacale delle geometrie e delle forme labirintiche, che rispecchiano la mente umana, rimangono non a caso ben impresse, tutto segue una logica.
In 2001 Odissea nello spazio l’idea del cerchio della vita viene simboleggiata dalle immagini circolari che ricorrono continuamente in diverse inquadrature. I colori non sono mai casuali, in Arancia meccanica Kubrick confonde lo spettatore usando il bianco, solitamente associato idea di purezza, per gli abiti dei violenti drughi.
Tende poi a riutilizzare sempre gli stessi colori a seconda della situazione narrata, associando per esempio il colore verde alla morte. Kubrick predilige inquadrature ampie e lunghe, senza fretta, lasciando letteralmente allo spettatore il tempo di goderne.
25 ANNI FA SE NE ANDAVA IL GENIO DI KUBRICK: ECCO COME HA INFLUITO SULLA CULTURA POPOLARE
La scimmia che impugna l’osso e la galassia silenziosa di 2001 Odissea nello spazio, le ombre stagliate dei drughi con la bombetta e in mano le mazze da baseball, le gemelle di Shining, il ghigno di Jack Nicholson. Sono immagini che parlano da sole, rimaste celebri nell’immaginario popolare, citate a tal punto che è quasi impossibile non riconoscerle, anche se non si sono visti i film da cui sono tratte.
I personaggi-simbolo sono talmente iconici da essere interpretati anche nei travestimenti di carnevale. Non c’è dubbio, il genio di Stanley Kubrick è parte integrante della cultura moderna.